Api e insetti impollinatori in generale sono i responsabili della biodiversità e consentono che il 70% del cibo sia disponibile a tutti. Senza il loro lavoro, circa un terzo delle nostre riserve di cibo sparirebbe, creando ovviamente così in ginocchio l’economia mondiale e con ogni probabilità, metterebbe a rischio la vita di tutti.

 

Ormai la moria di api e insetti impollinatori è un notizia molto conosciuta. Sebbene le cause siano articolate, il massiccio e indiscriminato utilizzo di pesticidi è una causa determinante.

Come il cibo e l’habitat dell’uomo, anche quello delle api risulta pesantemente contaminato dall’inquinamento e compromesso da pesticidi.

I pesticidi, sono in grado di influenzare l’apprendimento, l’orientamento, la capacità riproduttiva e i comportamenti sociali di questi insetti.

In particolare, tra gli insetticidi individuiamo:
i neonicotinoidi, ovvero antiparassitari;
insetticidi a base di solfossimina;
e sostanze come il fludirapifurone.

 

Il polline è la principale fonte proteica per le api, mentre dal nettare, essi ricavano gli zuccheri. Nel passaggio dalla raccolta del polline dei fiori al deposito all’interno del nucleo, le api purtroppo importano cibo contaminato.

Una volta negli alveari, i residui dei pesticidi spesso arrivano ad intossicare la covata, con effetti letali sulle larve e sulla stessa regina. Tale evento causa la morte delle api che raccolgono il nettare e polline e l’inevitabile indebolimento del nucleo.

 

Molto lentamente però, ci si sta muovendo per trovare nuove e alternative soluzioni a questa grande problematica.
l’EFSA ha deciso nel 2017 di bandire i neonicotinoidi:
«Le prove sono schiaccianti. I neonicotinoidi mettono gravemente a rischio le api, le coltivazioni e le piante che da esse vengono impollinate», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace. «L’Italia e gli altri Paesi europei devono smetterla di tergiversare e sostenere pienamente il bando permanente dei neonicotinoidi proposto dall’Ue. Sarebbe un primo passo concreto per prevenire il catastrofico collasso delle popolazioni di api».

Oltre a imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam, Greenpeace chiede anche il bando per altri quattro neonicotinoidi, il cui uso è attualmente permesso in Ue: acetamiprid, thiacloprid, sulfoxaflor e flupyradifurone.

L’utilizzo di questi quattro pesticidi purtroppo è in continua crescita in sostituzione dei tre neonicotinoidi oggetto di restrizione temporanea.

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